martedì 19 aprile 2011
Cinque condanne per morti raffineria Saras, in Sardegna. Il parere di Gandolfi
Il responsabile regionale per l’Italia dei Diritti: “Speriamo che il processo, come i risarcimenti, riesca a salvarsi da qualche ennesima invenzione legislativa della maggioranza di governo”
Cagliari, – “Le richieste di condanna per le tre morti alla Saras, nel 2009, arrivano beffardamente a pochi giorni dalla nuova morte di un operaio, anche questa volta dipendente di una ditta esterna”.
Federico Gandolfi, responsabile per la Sardegna dell’Italia dei Diritti, commenta con queste parole la decisione del pm, Emanuele Secci, di condannare a tot anni di reclusione i cinque imputati al processo per la morte di tre operai nella raffineria di Sarroch, il 26 maggio del 2009. Due anni e 8 mesi per Dario Scafardi, direttore della raffineria, e per Antioco Mario Gregu, direttore delle operazioni industriali. Due anni e 4 mesi, invece, per Guido Grosso, responsabile dello stabilimento e due anni e 2 mesi per Antonello Atzori, responsabile dell'area dove morirono i tre operai. Un anno per il legale rappresentante della Comesa, Francesco Ledda, la ditta di cui erano dipendenti le vittime. Prevista una multa di 800 mila euro per la Saras.
“Finalmente in base alla nuova legge sulla responsabilità amministrativa – ha aggiunto l’esponente del movimento guidato da Antonello De Pierro – anche i vertici delle imprese coinvolte sono stati chiamati in causa, con capi d'imputazione e richieste di condanna pesanti, a rispondere delle morti in fabbrica. È giusto che finalmente paghino se, come ipotizzato, la sicurezza sul lavoro non fosse stata la priorità assoluta. Speriamo ora che giustizia sia fatta nel più breve tempo possibile e che il processo, come i risarcimenti, riesca a salvarsi da qualche ennesima invenzione legislativa della maggioranza di governo”.
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